Colonizzato nell'alto Medioevo dai monaci benedettini dell'abbazia di
S. Giovanni in Verde, fu menzionato per la prima volta in un documento del XII
secolo. Appartenne ai Caldora, ai Del Gesso, ai Bernardi ed ai Caracciolo;
Giulio Caracciolo, in particolare, fece costruire la vicina frazione di
Giuliopoli.Questo grazioso paese sorge alle falde di un colle roccioso, sulla
destra del fiume Sangro. Il suo territorio, che comprende anche la frazione di
Giuliopoli, si estende per 19,29 Kmq su un'area montuosa tra boscaglie, aree
incolte, nudi pascoli, e coltivi. Borgo di probabile origine medievale, come
testimonia l'antica torre nella parte alta del paese, fu interessato alla
colonizzazione monastica. Nel XV secolo fu feudo di Raimondo Caldora, in seguito
della famiglia dei Del Grosso, nel XVII secolo dei Bernardo. Nel XVIII secolo vi
ebbero signoria i Caracciolo di Villa S.Maria. Il paese ospita la riserva
naturale regionale 'Abetina di Rosello' che costituisce uno degli ultimi nuclei
forestali.
Maria SS delle Grazie
La Madonna di casa in casa .
Sono rimasti in
pochi a rosello, dove l'emorragia dell'emigrazione ha avuto effetti disastrosi
sulla cosistenza demografica del paese, ma ogni anno il giorno 8 settembre
diventano migliaia, perche chi può, ritorna anche dall'America del nord,
dall'Australia, dall'America del sud e anche dal Canada, per avere la
possibilita' di tenere per un giorno la Madonna.A parte la narrazione
leggendaria che vule che questo dipinto di mano ignota (c'è chi parla di scuola
Napoletana del 1500- 1600, chi di scuola Leoardesca, chi addirittura del
Perugino) sia stato trasportato miracolosamente a Rosello da un paese vicino, si
può dire che la tela venerata dalla popolazione di Rosello è una Madonna del
purgatorio, di particolare bellezza e pregio che merita di essere ulteriolmente
studiata per verificarne l'importanza storica ed artistica.La composizione
scenografica della Madonna seduta su nuvole, con due angioletti che sorreggono
una corona sul suo capo, leggermente reclinato a destra, dall'ovale che ricorda
alquanto il pittore greco-spagnolo El Greco, e le anime purganti che dal basso
levano le mani imploranti verso la madre di dio, con il bambino nudo sdraiato
sulle ginocchia, richiamano alla memoria rappresentazioni pittoriche di epoca
barocca.Ma quale che sia l'importanza storica-artistica della tela, si tratta di
un capolavoro che deve essere tutelato e salvaguardato.E probabilmente non sono
sufficenti le preghiere e la venerazione degli abitanti di Rosello che ogni 8 di
settembre celebrano con una cerimonia semplice e densa di emotivita'una
ricorrenza alla quale nessun rosellano vuol mancare.E' una festa tutta paesana,
intima, che solo un abitante del luogo puo' riuscire a comprendere nel suo
profondo significato di legame alla propria terra, alle proprie radici culturali
e sentimentali e che al forestiero può anche sembrare senza senso, se non riesce
a penetrarne la singolare bellezza.La chiesa in cui si venera la Madonna del
Purgatorio e' posta fuori del vecchio centro formato di grige case, che si vanno
quà e là rinnovando e risistemando, dominato dalla diruta Chiesa di San Nicola e
da torre rocciosa dalla quale si puo' dominare un ampio e luminoso paesaggio.Ed
è a questa Chiesa che tutto il paese si reca verso le 11 del mattino per
partecipare ai riti religiosi, quali sempre all'aperto, sul sagrato, con i
sacerdoti che confessano i fedeli in ginocchio nei prati circostanti davanti a
tutti, che preludono alla processione che poi si sviluppa attrverso un percorso
che si svolge a tornante verso prati odorosi, qua e là segnati di quercie, di
carpini, di abeti.Fino a qualche anno prima che l'Arcivescovo di Trivento, della
cui diocesi Rosello fa parte, imponesse il divieto, si procedeva
all'assegnazione della Madonna con una riffa che costituiva per molti rosellani
un punto d'onore e di obbligo religioso o per sciogliere un voto o per mantenere
una promessa o per semplice devozione.Si ricorda una anziana donna tornata a
Rosello per ringraziare la Madonna per aver salvato la vita del figlio nel
Vietnam, la quale non riuscendo a raggiungere un'offerta possibile, ebbe in
concessione la Madonna da chi si era aggiudicata l'asta con un'offerta maggiore
e che aveva compreso il dramma della donna.Oggi le offerte vengono date al
comitato feste, un cui delegato cammina innanzi alla Santa tela, portata a
braccia da uomini e donne lungo tutto il percorso dalla chiesa di campagna alla
chiesa parrocchiale del paese.Da qui, nel pomeriggio parte la processione
tradizionele, quella più ricca di significato, che gira per tutte le strade del
paese, senza tralasciare nessun vicolo e nessuna casa, con non poche peripezie
per far passare la tela nei punti più stretti.Appena la tela della Madonna esce
dalla Chiesa e inizia il suo itinerario, ci si accorge che un singolare
avvenimento si sta verificando: ecco che le aste della portantina vengono
afferrate da mani ossute di uomini e donne che si sono staccati dagli usci di
casa, hanno deposto l'offerta in denaro nella borsa del deputato della festa e
hanno poi trasportato la Madonna per una decina di metri, mentre con una tacita
intesa, le loro mani vengono sostituite da quelle di altre persone che si
avvicendano senza che nessuno riesca a rendersi conto di questo veloce passaggio
di mano in mano dell'oggetto della venerazione.Cosi tra un continuo avvicendarsi
di uomini, donne, ragazzi, ragazze, tutto il paese di Rosello si realizza una
singolare staffetta religiosa che dura per molte ore fino a quando la tela della
Madonna non fa ritorno alla chiesa parrocchiale per essere poi riportata nella
sua dimora abituale alla periferia del paese e salutata da fragorosi botti di
fuochi pirotecnici ed esecezione musicali della banda.E' già il tramonto quando
la Santa tela passata di mano in mano degli abitanti rosellani, senza aver avuto
nemmeno uno scossone, quasi costituisse un oggetto prezioso da trattare con la
massima delicatezza, rientra nella chiesa dove si dice che sia arrivata secoli
addietro per mano angelica.Gli abitanti di Rosello hanno vissuto un'altro
commovente incontro con una realtà religiosa che nessuna ideologia
materialistica e programmatica riuscirà a sradicare, perchè è un sentimento che
ognuno di loro si trascina dietro da sempre, ancor prima di nascere, quasi che
sia stato trasmesso loro per via ereditaria.
L' 8 Settembre a Rosello:un'esperienza
indimenticadile se si riesce a comprendere la profonda bellezza di una
tradizione, che non lascia spazio alle coreografie folkloristiche di altre
manifestazioni, per accontentarsi di una ritualità semplice e scarna, ma di una
forza inconmensurabile!
Dalla rivista Feste e Riti in Abruzzo
(1984).
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