Alcune informazioni di carattere generale su Rosello
I cognomi Rosellani..
* ALTOBELLI * ANGELUCCI * ANTONELLI * APPUGLIESE * ARMENO
* BARTOLOMEO * BELLOMO * BENEDUCE * CALABRESE * CANEPA * CARACINO * CARNEVALE *
CATALANO * CATTAFESTA * CIMINO * CIMONE * COLAIZZO * D AMATO * D'AMICO * DE
GREGORIO * DE LUCIA D'AMATO * DE SANZA * DEL CORSO * DI BARTOLOMEO * DI FABIO DI
CROCE * DI FALCO * DI GIOVANNI * DI GIROLAMO * DI IORIO * DI MENNA * DI NILLO *
DI NIRO * DI NIZO * DI RIENZO * DI TOMMASO * DI TULLIO * FALCIONE * FASANO *
FERRARI * FESTA * FIADONE * FIDANZA * FORNARI * GAGLIARDI * GASBARRO * GENTILE *
IACARUSO * IACARUSO * IANNAMICO * IANNARIELLO * IARUSSO * IOCCO * JACARUSO * LA
PENNA * LANDI * LI FRAINE * MARANZANO * MARCHESANI * MARCONE * MARCOTULLIO
BUZZETTI *MARGIOTTA * MUCILLI*PERCARIO * PORCARO * SAMMARONE * SCOTTO DI CESARE * TARTAGLIA * TURCHI
* TERRERI * TEUTONICO * TIBERIO * TUNDO * VALENZA * VALERIO * VENTURO * VIOLA *
I cognomi più frequenti
* COLAIZZO * MARANZANO * SAMMARONE *
La Riserva Naturale Regionale "Abetina di Rosello"
L'abetina di Rosello è situata nel medio corso del fiume Sangro,al
confine tra Abruzzo e Molise in un comprensorio montano con alti valori
ambientali e caratterizzato dalla presenza di pochi piccoli centri senza
insediamenti sparsi.La riserva è estesa per 211 ettari e comprende il bosco di
proprietà del Comune di Rosello che costituisce uno degli ultimi nuclei
forestali con abete bianco. L'altitudine varia tra gli 850 e i 1179 metri del
monte Castellano e la riserva è interamente attraversata dal suggestivo torrente
Turcano, affluente del fiume Sangro. Il territorio è quasi interamente coperto
dal bosco e solo nelle aree marginali si trovano pascoli cespugliati in cui la
vegetazione sta riprendendo il sopravvento per il diminuito carico di bestiame
domestico. A monte la riserva è delimitata dal Tratturo secondario che collegava
il monte Secine al fiume Biferno e confina con la limitrofa oasi WWF: Abetina di
Selva Grande.La caratteristica principale della Riserva Naturale Abetina di
Rosello è detta dal suo stesso nome. Qui cresce con rara abbondanza l'abete
bianco, un tempo diffusissimo sull'intero Appennino centrale e oggi localizzato
in pochi settori dell'Abruzzo e del Molise. Un'attenta gestione dell'aria ha
permesso la sopravvivenza di alcuni antichi e maestosi Abeti, osservabili
percorrendo l'itinerario natura che da Fonte Volpona si inoltra nella riserva.
Percorrendo l'itinerario escursionistico che attraversa il bosco se ne ha
un'osservazione dall'alto. Da Fonte Volpona si risale fino a valicare il Colle
Tasso. Si discende al Torrente Turcano che taglia il manto arboreo dell'Abetina.
In questa zona si incontrano gli abeti più imponenti. Dagli speroni rocciosi del
Monte Castellano (1179 m.) si abbracciano con lo sguardo altre aree boschive
attigue alla riserva. L'abetina e l'intero comprensorio può vantare una natura
in buona salute. Poco dopo l'ingresso alla Riserva, sul lato sinistro del
sentiero sono situate le aree faunistiche. Comprendono un insieme di recinti e
voliere di varie dimensioni che ospitano esemplari di cervi e caprioli e diverse
specie di rapaci diurni e notturni. Nella maggiore di queste aree è ormai da
qualche anno stato avviato il "Progetto Capriolo" che tende a consolidare la
piccola popolazione di questo ungulato, già presente nel territorio. Oltre a
scopi di conservazione si prefigge finalità educative e di sensibilizzazione dei
visitatori.A pochi chilometri da questa Riserva, nell' Oasi Naturale Cascate del
Verde, è possibile assistere all'affascinante spettacolo prodotto dalle acque
del rio verde che precipitano per quasi 200 m in tre salti, racchiuse tra rocce
e vegetazione. Una situazione ambientale ideale per la crescita di specie
mesofile come i tigli.
LA CERRETA SECOLARE
Dopo aver attraversato il confine dell’area protetta, una
comoda strada sterrata da fare a piedi permette di attraversare uno splendido
bosco di cerro che comprende numerosi esemplari secolari. Solo più avanti questi
alberi lasciano il posto agli abeti.
LA TORRE
Essa domina Rosello, divisia in Torre Nuova e Torre
Vecchia, anticamente il Paese sorgeva arroccato sulle pendici della Torre,
così come il monastero delle Clarisse di Rosello (ricadente in territorio
abruzzese, ma appartenente alla Provincia religiosa di Sant'Angelo)sul quale mi
sembra doveroso soffermarmi un attimo, visto che la storia di questo che un
tempo fu un importante insediamento (di cui restano significativi ruderi) oggi è
praticamente coperta dal silenzio. Preziose informazioni sul monastero di
Rosello, intitolato a Santa Maria della Pietà, ci sono fornite da un manoscritto
inedito del 1541, conservato nell'archivio diocesano dell'antica Curia di
Trivento, nel cui frontespizio così si legge: "Copia di atto pubblico, fatto
nell'anno 1541, della sottomissione fatta [a] S. Gio[vanni] Laterano nell'anno
1539 del Monastero del Roselli sotto il tito[lo] di S. M.a della Pietà dalla
fondatrice Suor Masciola di Marco"18. Tra le altre cose, il prezioso documento
ci porta a conoscenza del fatto che il monastero delle Clarisse venne costruito,
all'interno del castello di Rosello, per opera di un certo Mastro Martino
Lombardo, il quale vi lavorò per cinque anni.Sfiora la leggenda la grotta che,
attraverso un foro, permette l'ingresso in una serie di locali disposti
verticalmente e detti sette camere. Questa pecie di galleria continua ma non è
stata ancora del tutto esplorata. Anche se molti si vantano di essersi
addentrati per centinaia di metri.
LA FONTE VOLPONA
Continuando lungo la strada sterrata che attraversa la
Riserva si raggiunge il punto dove gli abeti prendono il posto dei cerri. Il
tracciato si conclude nello spiazzo dov’è la fresca e copiosa Fonte Volpona. Qui
iniziano i segnavia del sentiero escursionistico e del sentiero-natura che
conducono verso il cuore dell’area protetta.
IL FOSSO TURCANO
Lasciato a destra il sentiero escursionistico che sale
verso il Colle Zingarolo, si seguono le indicazioni del sentiero-natura che si
addentra nel suggestivo vallone roccioso scavato dalle acque del Turcano. Si
continua per qualche centinaio di metri accanto alle limpidissime acque del
torrente, nelle quali vive il gambero di fiume. Il sentiero si conclude in un
piccolo slargo della valle: si torna a Rosello per lo stesso itinerario.
LE CASCATE DEL VERDE
Uno dei più spettacolari torrenti dell’Abruzzo attende il
visitatore a pochi chilometri da Rosello, ed è tutelato nel suo tratto più
interessante da una piccola ma suggestiva Oasi del WWF. È il Verde, che
precipita in territorio di Borrello in una bellissima cascata di un centinaio di
metri di altezza. Per raggiungerla da Rosello occorre seguire la strada in
direzione di Borrello e proseguire brevemente per un sentiero segnato in
discesa.
I PAGLIAI
Il nucleo di pagliai della contrada S. Antonio Abate
occupa parte del pendio delimitato dalla strada Sangritana n° 100 e dai ruderi
del vecchio paese arroccato sotto il colle roccioso su cui si ergeva una torre.
Dalla Sangritana parte un'ampia mulattiera che sale in lieve pendenza e che
costituisce l'asse viario più importante per l'accesso ai pagliai. Quasi
parallele a questa si sviluppano superiormente altre due vie che conducono ai
pagliai della zona superiore e agli ingressi posteriori dei pagliai sottostanti.
Considerando anche quelli diruti contiamo circa 40 pagliai, rispetto ai 30 che
figurano nel Catasto Onciario del 1752. Il pagliaio è a due piani. Quello
inferiore, al quale si accede da una basso ingresso sufficiente appena al
passaggio delle bestie da soma, è poco più alto di 2 metri ed ha la funzione di
stalla e di deposito attrezzi. L'interno è rischiarato dal piccolo ingresso e in
alcuni casi da una o due finestrelle che si aprono lateralmente ad esso. Al
piano superiore, adibito a fienile, si accede dalla strada retrostante tramite
un'ampia apertura per il carico del foraggio. Questa si trova spesso a notevole
altezza rispetto al pavimento ligneo del fienile ed è necessario l'uso di lunghe
scale a pioli per poter scendere. Le murature dei rustici sono realizzate in
pietra calcarea rozzamente sbozzata. Se si escludono quei pagliai recentemente
restaurati, anche gli stipiti e gli architravi degli ingressi e delle finestre
sono fatti in maniera piuttosto sommaria tanto da ricordare in alcuni casi
quelli delle capanne in pietra a secco. Troviamo ingressi a tutto sesto a più
conci o ad architrave orizzontale; esistono rari esempi di sesto ribassato. I
tetti originari erano realizzati con una struttura di travi e tavole d'abete
coperta da lastre di pietra grigia. L'unico esempio rimasto di tale tipo di
copertura lo troviamo nel campanile della chiesa poichè nei pagliai le tegole
hanno preso ovunque il sopravvento. Le antiche lastre provenienti dalle cave di
Agnone sono ancora evidenti, rettangolari e ben squadrate, solo nella zona
periferica dei tetti, disposte a formare una gronda. La divisione fra stalla e
fienile è realizzata in tronchi e tavole di abete. Questo tavolato è provvisto
di una o più aperture attraverso le quali si getta il fieno nelle mangiatoie e
si può accedere al piano superiore. La stalla ha come uniche strutture fisse la
mangiatoia e, in alcuni casi, piccoli recinti per gli animali.
|